Innovazione e Brevetti: L’Italia Rallenta
L’innovazione rappresenta un pilastro fondamentale per la competitività economica di un Paese. Tuttavia, i dati recenti sulle domande di brevetto depositate presso lo European Patent Office (EPO) nel 2024 indicano un rallentamento che merita attenzione, specialmente per l’Italia. L’incertezza economica e geopolitica sta avendo un impatto tangibile sulla propensione delle imprese italiane a investire in ricerca e sviluppo (R&S).
Indice dei Contenuti
1 Il Declino delle Domande di Brevetto: Un Segnale d’Allarme
Nel 2024, il numero totale di domande di brevetto presentate all’EPO si è fermato a 199.000, segnando una lieve flessione dello 0,1% dopo tre anni di crescita costante. Per l’Italia, il dato è ancora più preoccupante: con 4.853 domande, il Paese ha registrato un calo del 4,5% rispetto all’anno precedente, una delle peggiori performance tra le grandi economie europee.
Questo rallentamento pone l’Italia all’undicesimo posto nella classifica dell’EPO, dietro a potenze industriali come Stati Uniti, Germania e Cina. Se si considera il numero di brevetti in rapporto alla popolazione, la situazione appare ancora più critica, con l’Italia che scivola al diciannovesimo posto, dietro a nazioni più piccole come Austria, Belgio e Giappone.
2 Le Motivazioni
Quali sono le motivazioni di tale calo? Analizziamole nel dettaglio.
2.1 Un Contesto di Incertezza Globale
Questi dati sembrerebbero riflettere l’attuale clima di incertezza economica e geopolitica. Il rallentamento nelle domande di brevetto non riguarda solo l’Italia, ma è un fenomeno globale: perfino la Cina, che ha fatto dell’innovazione una priorità nazionale, ha registrato solo una crescita dello 0,5% nelle richieste.
L’unico grande Paese in controtendenza è la Corea del Sud, che ha visto un aumento del 4,2%, grazie all’impegno di giganti tecnologici come Samsung. Quest’ultima ha addirittura superato Huawei nella classifica delle aziende più attive nella protezione della proprietà intellettuale, seguita da altre multinazionali come LG, Qualcomm e RTX. Le prime aziende europee, Siemens, BASF ed Ericsson, compaiono solo in posizioni successive.
2.2 La Mancanza di Grandi Aziende Penalizza l’Innovazione
Uno dei problemi principali dell’Italia nel settore dei brevetti è la carenza di grandi aziende capaci di trainare l’innovazione. A livello nazionale, il leader per numero di domande di brevetto è Coesia, specializzata in tecnologie per il packaging, seguita da Ferrari e Iveco. Tuttavia, i numeri sono lontanissimi da quelli dei colossi internazionali: Samsung, con oltre 5.000 richieste, ha presentato più domande di brevetto dell’intero comparto industriale italiano.
2.3 La Mancanza di Aziende nei Settori Competitivi
A pesare sulla performance italiana è anche la distribuzione settoriale delle innovazioni. Mentre il Paese è competitivo in ambiti come la robotica e i trasporti, è praticamente assente nelle tecnologie informatiche e nei semiconduttori, che rappresentano oggi il settore più strategico a livello globale. Anche l’energia e gli apparati elettrici, settori in forte crescita, vedono una scarsa presenza di aziende italiane.
2.4 Ricerca e Università: Un Punto Debole per l’Italia
Uno degli aspetti più critici per l’innovazione italiana è il basso contributo di istituti di ricerca e università al numero complessivo di brevetti. Mentre in Francia il Commissariato per l’energia atomica supera le 500 richieste e il Fraunhofer tedesco viaggia su numeri simili, il miglior centro italiano, l’Istituto Italiano di Tecnologia, si ferma a sole 32 domande di brevetto. Il Politecnico di Milano, primo tra gli atenei italiani, ha presentato solo 24 domande, un numero molto inferiore rispetto al Politecnico di Losanna, leader europeo.
Questo dato evidenzia un problema strutturale: la ricerca italiana fatica a tradursi in innovazione applicabile al mercato. Il divario con altri Paesi europei suggerisce la necessità di riforme per incentivare la collaborazione tra università e industria, migliorare i finanziamenti per la ricerca e favorire la creazione di startup tecnologiche.
3 Un’Opportunità: Il Brevetto Unitario Europeo
Nonostante il quadro complessivo non sia incoraggiante, l’Italia sta sfruttando al meglio una recente innovazione normativa: il brevetto unitario europeo. Introdotto nel 2023, questo sistema consente alle imprese di proteggere la propria proprietà intellettuale in 18 Paesi con un’unica procedura semplificata, riducendo costi e burocrazia.
Le imprese italiane sembrano aver colto l’opportunità: mentre la media europea di adesione al brevetto unitario è del 25,6%, per l’Italia la percentuale sale al 44%, il dato più alto tra i Paesi aderenti. Questo strumento è particolarmente apprezzato da piccole e medie imprese (PMI) e università, che beneficiano di una maggiore facilità di accesso alla tutela brevettuale.
4 Conclusioni
L’Italia si trova di fronte a una sfida cruciale per il futuro della sua competitività: rilanciare l’innovazione in un contesto economico globale sempre più complesso. Il calo delle domande di brevetto è un segnale d’allarme che non può essere ignorato. Tuttavia, esistono strumenti e opportunità, come il brevetto unitario europeo, che potrebbero aiutare le imprese italiane a recuperare terreno.
Per invertire la tendenza negativa, sarà fondamentale incentivare gli investimenti in ricerca e sviluppo, migliorare la collaborazione tra università e aziende e sostenere la nascita di nuove realtà tecnologiche. Solo così l’Italia potrà tornare a competere a livello internazionale e garantire un futuro di crescita sostenibile per il suo sistema industriale.